C.A.I. Sezione di Volpiano

 

    

 

Gita dei 40 anni - 24 giugno 2012 - Gressoney

 

PUNTA STRALING?

( ….suona strano questo nome)

 

Contro il soffitto nella saletta della sede CAI si stava formando una nube minacciosa, il suo colore, al passar dei minuti, virava sempre più verso il grigio-nero temporale.

Qualcuno, dirà in seguito, aveva pure osservato piccole scariche elettriche al suo interno. I tempi erano maturi, il temporale imminente. Da un minuto all’altro si sarebbero aperte le cateratte del cielo.

In basso, le teste pensanti del Progetto CAI 40°, ignare del pericolo sovrastante, si spremevano le meningi nel titanico sforzo di trovare un’iniziativa per celebrare la ricorrenza.

Tutto però sembrava precipitare verso il peggio quando, un grido di speranza, forse un ruggito, risuonò!

“ Ho trovato!! Faremo una gita verso un’unica meta e ci arriveremo in diversi modi. Ci sarà il percorso alpinistico, quello escursionistico e pure la MTB.”

Perfetto. Era la soluzione che serviva. La tensione che deformava i volti di quei rudi uomini di montagna, avvezzi ad affrontare la bufera più implacabile ma disarmati in questi casi, subito svanì.

Qualcuno dalla camera accanto, preoccupato dal quel grido al limite del disumano, o rincuorato da una vaga rassomiglianza ad “Eureka” ( gli studi classici servono…) aprì la porta.

Una tenue corrente d’aria si insinuò e favorì la dispersione di quell’incombente cumulo nembo con sommità ad incudine. Tutti salvi!

L’idea in sè era buona ma necessitante di alcune modifiche. Il progetto finale non prevedeva più un’unica meta per diverse specialità ma un’area comune dove effettuare itinerari diversi. Poi alla fine tutti assiene, e qui veramente nessun problema, per una merenda-sinòira. All together of course!

La zona prescelta fu la conca del Gabiet e il gruppo alpinistico propose Punta Straling.

La descrizione dell’itinerario non presentava difficoltà particolari, definita F, quindi ideale per una gita sociale.

Guida dei Monti d’Italia alla mano si decide di partire da Staffal, che è pure il luogo di partenza delle altre specialità, raggiungere il Lago Gabiet, passare la diga e immettersi nel vallone per salire al Passo della Coppa.

Il giorno della gita, arrivati alla stazione della funivia, prima sorpresa. L’innevamento è ancora decisamente abbondante e poi perché arrivati alla diga del Lago Gabiet occorre scendere e risalire?

La rilettura postuma e critica del vangelo del CAI, le Guide  dei Monti d’Italia, chiarisce meglio il linguaggio oscuro e sibillino dello scritto:

«..si percorre il comodo sentiero che costeggia la riva occidentale del Lago Gabiet fino alla diga (30 minuti). Dalla casa del guardiano della diga si sale direttamente lungo tracce di sentiero….».

Non c’è scritto che si attraversa sullo sbarramento…. verba volant scripta manent!!

Anche il vallone è ben innevato e la salita verso il Passo della Coppa diventerebbe quindi troppo lunga e disagevole, forse è meglio trovare una soluzione alternativa perché la merenda sinòria non può attendere.

Convocato con procedura d’urgenza il Consiglio degli OTTO ( da non confondere con organismi CAI, sono gli otto partecipanti) espletate le formalità di rito, sentiti i pareri dei componenti il consiglio, il “ Presidente” prende la parola e con decisione salomonica propone di:

a-non proseguire verso il Passo della Coppa

b-dirigersi alla sinistra del Passo (direzione Ovest) verso un colletto non nominato in cartina

c-da questo colletto salire una piccola altura che nella sua parte finale comporterà tratti alpinistici.

Dovevamo pure salvare la faccia!

Lo spirito con il quale andiamo in montagna è di soddisfare un nostro piacere, quindi puro  divertimento.

Ora, cosiderato che colle e cima sono quotati ma non nominati sulla cartina, il forte  spirito della nostra “ Insostenibile leggerezza dell’essere” ci permea e pervade quando decidiamo di battezzarli.

La cima, con fare serio e professionale, sarà “ CIMA QUARANTA” in ricordo del 40° della sezione CAI di Volpiano. Per il colle invece prevale la parte goliardica e anche mangereccia. Sarà Colle della Pancetta ( vedasi il vicino Passo della Coppa). Anche una certa autoironia nei nostri confronti, considerate le non più giovani età.

Il rito si è concluso con la ratifica da parte del gruppo locale delle Aquile del Gabiet. Tre di esse in formazione serrata hanno sorvolato la cima e proseguito il volo. Considerata la distanza che ci separava da esse non è stato possibile capire se l’ammiccare dell’occhio del capo formazione stesse ad indicare un assenso per quanto fatto o più semplicemente lo sconforto nello scoprire l’ennesimo gruppo di burloni.

Forse la seconda ipotesi è più attinente.

Il rientro è stato tranquillo e senza problemi, anzi per evitare il lungo tragitto dell’andata si è scesi quasi direttamente verso la sponda orientale del lago, questo ha comportato però il guado del ruscello che lo alimenta.

Quindi via gli scarponi e piedi in acqua. Fresca, decisamente fresca ma in grado di rilassare e calmare piedi e cervello.

Perché poi ho scritto anche cervello?

 

ASE

Anonimo Senior Escursionista

  Gita dei 40 anni - 24 giugno 2012 - Gressoney

 


Credits: La foto della testata  è tratta dal sito della scuola Valleorco

[www.scuolavalleorco.it]

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