Metti che poi veda anche alcune foto di un certo Messner impegnato sulle pareti nord del monte Bianco e veda nella sua azione un gesto tanto atletico quanto elegante e coraggioso.

Fino ad ora ha vissuto la montagna solo attraverso lunghe passeggiate durante i soggiorni alpini.

L’arrampicata sportiva non era ancora diffusa, la piolet-traction non esisteva ancora , lo sci ripido era raro quanto le salite degli 8000.

Allora si avvicina alla montagna, attraverso le sezioni e i corsi del CAI che ti infondono le tecniche per affrontare la montagna nei suoi vari aspetti.

E così da una parte sviluppa una conoscenza profonda e accompagnata da esperti e dall’altra si impratichisce nelle nuove discipline con l’esperienza diretta,con la complicità di amici: spelandosi i polpastrelli sulla pietra, provando la tenuta delle lamine degli sci sui pendi di qualche nord e congelandosi le mani cercando di avvitare il suo primo chiodo da ghiaccio su una cascata in pieno inverno.

Così il ragazzino è cresciuto e invece che guardare le foto delle riviste, diventa lui il protagonista.

Metti poi che un giorno il ragazzino diventi addirittura quello che insegna agli altri.

Allora hai messo assieme tutti i componenti per costruire il legame tra la sezione di Volpiano e la scuola Valle Orco. che alla fine è molto simile a quello di molte altre scuole.

Già!  ora le riviste hanno foto colorate di attività estreme; ti connetti ad internet e vedi le foto e i filmati e i resoconti in diretta delle scalate in tutto il mondo.

le scuole del CAI propongono corsi di scialpinismo, di arrampicata libera, di cascate di ghiaccio, di alpinismo;

insomma non c’è che l’imbarazzo della scelta per arrivare al mondo della montagna.

Nella scuola non c’è solo tecnica ma c’è soprattutto passione, quella che è nata dalla visione di quelle vecchie foto in bianco e nero.

Ognuno di noi è quel ragazzino e tocca a te scoprirlo per emozionarti di fronte al fascino della montagna, nell’aspetto che preferisci.